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Di origini calabresi, ma nato e cresciuto a Boston, George Garzone è uno dei sassofonisti più influenti al mondo.
Docente presso il Berklee College of Music, infatti, è considerato un “Musician’s musician” e il suo sistema improvvisativo, “Approccio Triadico Cromatico”, è seguito anche da illustri colleghi (tra i suoi studenti figurano Joshua Redman, Branford Marsalis e Mark Turner).
Collaboratore, tra i tanti, di Kenny Barron, John Patitucci, Bill Stewart, Joe Lovano e Dave Holland, nella seconda serata cosentina del PJF 2018 patrocinata dal Consolato Generale USA e nel corso della quale sarà possibile visitare il nuovo museo nato per ospitare le opere realizzate nell’ambito della Residenza Artistica Bocs Art, Garzone salirà sul palco insieme al pianista argentino Leo Genovese (che vanta collaborazioni con Wayne Shorter, Herbie Hancock, Joe Lovano, Francisco Mela ed Esperanza Salding) e al Tano Trio, considerata una delle più interessanti formazioni italiane degli ultimi tempi.
Nata nel 2016 a Boston dall’incontro di due musicisti italiani – il sassofonista Daniele Germani e il contrabbassista Stefano Battaglia – con il batterista argentino Juan Chiavassa, il Tano Trio propone un jazz dalla forte influenza melodica, ma caratterizzato da contaminazioni con il free jazz e con la musica classica contemporanea.
Nel corso della serata, patrocinata dal Consolato Generale degli USA, il quintetto proporrà brani originali e rivisitazioni di standard della tradizione jazzistica americana che spaziano da John Coltrane a Wayne Shorter, da Ornette Coleman al giorno d’oggi.